La storia della Numero 1 ha inizio nel 1907, quando “prese servizio” sulla tratta Brescia-Iseo-Edolo, che ancora oggi collega la nostra città al Lago d’Iseo e alla Valle Camonica.
La Numero 1 fu messa a riposo dopo aver percorso qualcosa come 2.500.000 chilometri.
La storia della Numero 1 ha inizio nel 1907, quando prese servizio sulla tratta Brescia-Iseo-Edolo, che ancora oggi collega la nostra città al Lago d’Iseo e alla Valle Camonica.
La Numero 1 fu messa a riposo dopo aver percorso qualcosa come 2.500.000 chilometri.
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CHÉ’L CHI CHÈL LÉ. Roberto Capo per la Locomotiva del Castello di Brescia.
Guarda la puntata numero 73 da Storie e Spifferi bresciani.
Prezzo di Acquisto simbolico della N.1 da parte del Club Fermodellistico di Brescia nel 1961
Pensata per percorrenze pianeggianti e discrete salite, era dotata di freno rapido Westinghouse. Velocità massima 60 km/h
I numeri danno ragione alla Locomotiva. Dopo oltre 60 anni è ancora al suo posto. Mostra i segni del tempo che non le rendono giustizia, nonostante le amorevoli e preziose cure dei soci del Club Fermodellistico Bresciano.
Immatricolata nel 1906 e consegnata l’anno dopo alla SNFT (società Nazionale Ferrovie e Tramvie) ora gruppo FNM S.p.A.
Potenza del motore a due cilindri gemelli orizzontali esterni a semplice espansione a vapore saturo
Duemila litri di acqua e Tre Tonnellate di Carbone stivato per produrre vapore sono i numeri dei cassoni dedicati
I numeri danno ragione alla Locomotiva. Dopo oltre
60 anni è ancora al suo posto. Mostra i segni del tempo che non le rendono giustizia, nonostante le amorevoli e preziose cure dei soci del Club Fermodellistico Bresciano.
Realizzata dalle Costruzioni Meccaniche di Saronno, consegnata con il numero di fabbrica 284 alla SNFT, entrò in servizio nel 1907 e quasi da subito venne assegnata al trasporto passeggeri, che proprio in quegli anni crebbe notevolmente grazie all’ampliamento della linea ferroviaria che consentiva un collegamento più rapido tra le numerose località della nostra provincia. Tuttavia la nostra N.1 venne anche impiegata, a supporto di altre locomotive più potenti, nel trasporto merci, per rispondere alle esigenze delle numerose fabbriche esistenti al tempo in Valle Camonica (opifici, lanifici, cotonifici, fonderie, cave….).
Superato senza grandi problemi il periodo del secondo conflitto mondiale, la vita della nostra macchina e delle consorelle, anche di altri gruppi, proseguì senza particolari scossoni sino alla metà degli anni Cinquanta quando, con l’arrivo dei mezzi Diesel i convogli loro affidati diminuirono sensibilmente. Relegate prima a servizi meno importanti e poi a quelli di manovra, sul finire del 1959 iniziarono gli accantonamenti. La numero 1 fu messa a riposo il giorno primo luglio 1961, dopo aver percorso qualcosa come 2.500.000 chilometri.
La sua sorte sembrava ormai segnata, ma il destino e la passione dei soci del Club Fermodellistico Bresciano avevano deciso diversamente. Il Club, sorto da pochi anni e guidato coraggiosamente dalla signorina Dada Bruneri, si fece promotore di una iniziativa considerata quasi impossibile: salvare la Numero 1.
Ebbero l’idea di portare quella mastodontica macchina sul colle Cidneo.
Grazie anche alla disponibilità delle cariche politiche di allora (in testa il Sindaco Bruno Boni), il progetto prese corpo e in poco tempo fu realizzato.
Per prima cosa vi fu la cessione formale dalla SNFT al Club della locomotiva, avvenuta per la simbolica cifra di 1 lira, dopodiché iniziarono le fasi progettuali del suo trasporto ed in particolar modo la salita al Colle, che di certo destava non qualche preoccupazione.
Superato senza grandi problemi il periodo del secondo conflitto mondiale, la vita della nostra macchina e delle consorelle, anche di altri gruppi, proseguì senza particolari scossoni sino alla metà degli anni Cinquanta quando, con l’arrivo dei mezzi Diesel i convogli loro affidati diminuirono sensibilmente. Relegate prima a servizi meno importanti e poi a quelli di manovra, sul finire del 1959 iniziarono gli accantonamenti. La numero 1 fu messa a riposo il giorno primo luglio 1961, dopo aver percorso qualcosa come 2.500.000 chilometri.
La sua sorte sembrava ormai segnata…
In particolare risultò difficoltoso il passaggio del convoglio sotto il portone di accesso del castello (che fu letteralmente smontato) e ancora di più l’ultima strettissima curva che portava al piazzale dove ancora oggi sosta maestosa la nostra N.1. Fu persino coinvolto l’allora sovrintendente alle Belle Arti di Brescia (Prof. Panazza) poiché si dovette temporaneamente tagliare l’antico rosone di ferro che sovrastava il secondo portone di accesso al castello, ma che fu magistralmente immediatamente ripristinato da un abile fabbro, con il benestare dello stesso Prof. Panazza.
La macchina, che già da alcuni mesi sostava nello scalo merci di Via Dalmazia, partì per il suo ultimo viaggio il 7 settembre 1961. Caricata su un carrello per il trasporto dei carri, opportunamente modificato, trainato da due trattori stradali lo strano convoglio iniziò la marcia da Via Dalmazia per proseguire in Via Cassala, Via Fratelli Ugoni, Via Leonardo da Vinci e la faticosa salita del Castello con le due strette curve che impegnarono non poco i conducenti dei trattori.
La locomotiva era stata privata della cabina di guida, del fumaiolo, della cassa laterale destra dell’acqua e del complesso dei cilindri sempre sul lato destro così da agevolare i vari transiti e alleggerire il peso. Nonostante ciò fu necessario puntellare il ponte di ingresso al Castello. Superata con non poca fatica la stretta curva che immette alla salita verso il piazzale a lei destinato, sotto un sole cocente, la locomotiva giunse finalmente a destinazione.
Nei giorni seguenti furono ovviamente riposizionati tutti i particolari asportati in precedenza e il giorno 18 settembre 1961 ebbe luogo la solenne inaugurazione, al cospetto delle più alte personalità di allora, di testate giornalistiche e radiofoniche anche nazionali, e soprattutto di moltissimi bresciani incuriositi dall’evento tanto inusuale quanto grandioso.
Il colle Cidneo è conosciuto dai bresciani (o forse lo era un passato) come Falco d’Italia per una leggenda che si perde nella notte dei tempi, ma che i più fanno risalire ad un appellativo riconosciutole dal poeta D’Annunzio, forse proprio per la sua posizione predominante sulla città, quasi a sorvegliarla proprio come il falco quando dalla roccia osserva attento il panorama sottostante in cerca della sua preda.
Tale nome, unito al fatto che la Numero 1 non avrebbe più potuto lasciare il complesso, le fece assumere l’appellativo di Prigioniera del Falco d’Italia.
Comune di Brescia
Fondazione Brescia Musei
We Love Castello
Associazione Palco Giovani
Confindustria Brescia
Apindustria
Camera di Commercio
FNM SpA
Cristian Delai
Massimo Zanella
Club Fermodellistico Bresciano
FNM SpA
Foto Negri
Foto Silvano Cinelli
Bper
Bonera Group
Gruppo Brescia Mobilità
Cartapani
Italmark
Fonte Tavina
Sanitaria Servizi
Sergen
Alessandro Pezza
Andrea Comini
Camilla Minutola
Arianna Lombardi
Denise Salvi
Andrea Terreni
Gabriele Massidda
Anna Facchinetti
Filippo Brizzolari
Marco Di Liello
Jacopo Zomparelli
Claudio Garofalo
Andrea Dottesi
Matteo Mutti
Oscar Maletti ed Enrico Maggini CFB
Claudio Pedrazzini
Giorgio Morocutti